Olza
E' un piccolo borgo nei pressi della sponda piacentina del Po e il suo nome deriva da Aucia (acqua), con cui in passato si identificava questo territorio. Un tempo si affacciava sul fiume ed era un importante porto fluviale dove era florido il contrabbando tra i due stati confinanti.
Le sue origini sono certamente antecedenti ai primi insediamenti romani nella zona. Più volte distrutto dalla alluvioni del Po, intorno al 1300 il paese fu ricostruito nell'attuale posizione, leggermente scostato dal fiume.
Molto belli e suggestivi sono i numerosi frutteti che in primavera propongono fioriture meravigliose; il fascino degli argini e i paesaggi fluviali completano questo angolo.
La chiesa parrocchiale è piuttosto recente e risale alla metà dell’Ottocento, precisamente al 1862, quando venne ricostruita dopo l’alluvione del Po, che minò le fondamenta della precedente chiesa. Quest’ultima, dedicata a Santa Valeria, era fin dal passato riccamente dotata, come riportano atti ecclesiastici e civili cremonesi che attestano, nei secoli X, XI e XII, come la chiesa possedesse cospicue proprietà terriere e disponesse di un numeroso clero. La torre campanaria venne invece realizzata nel 1870-71.
Oggi la chiesa si presenta in ottimo stato grazie anche ai lavori di restauri eseguiti a cura del prevosto Don Carlo Zucchi.
Esternamente presenta uno stile neoclassico ed internamente barocco. L’unico pezzo di pregio dell’antica chiesa è l’altare barocco in marmo, mentre l’ancona collocata nella zona absidale venne trasferita qui nel 1893 dalla Cattedrale di Fidenza. Degne di interesse anche la tela raffigurante le ''Anime del purgatorio'' del Campini e un ''Transito di S. Giuseppe'' di ignoto cremonese del XVII secolo. Interessanti anche il coro del XVIII in noce intagliato, i due confessionali accanto all’ingresso e alcuni arredi sacri in legno scolpito e policromato.
L’Oratorio attuale trae origine da quello eretto nel 1666 grazie all’impegno finanziario degli abitanti del luogo. L’edificio originario era dedicato alla Beata Vergine delle Grazie, ad aula unica con due altari dedicati alla Madonna e ai SS. Bartolomeo e Girolamo. Nel 1866-67 l’oratorio fu colpito dalle leggi eversive sull’incameramento dei beni ecclesiastici, ma la Comunità locale continuò a curarne il decoro e il buono stato. Purtroppo all’inizio del secolo l’edificio versava in pessime condizioni e l’Associazione combattenti e reduci si fece promotrice del suo restauro. L’oratorio venne quasi integralmente rifatto nel 1935-36, intitolato alla Madonna del Rosario di Pompei e dedicato poi ai Caduti di Olza.
A croce greca, presenta una semplice facciata con timpano, cupola all’incrocio dei bracci sormontata da una lanterna d’intonazione bramantesca. L’edificio, dedicato ai Caduti della prima guerra mondiale, mostra anche la presenza di lapidi commemorative ivi murate.