Storia di Monticelli
L'origine di Monticelli risale all'epoca romana, in quanto la zona era un punto strategico sul Po, come è testimoniato dai reperti trovati e, alcuni dei quali, ora conservati nel locale piccolo Museo Archeologico.
Nel X secolo si trovava sotto la giurisdizione del vescovo di Cremona, successivamente fu feudo di due famiglie cremonesi, i Da Dovara e i Bonifaci de Unghinis (dal cui nome deriva il toponimo d'''Ongina'').
Nel 1335 Cremona passò sotto il dominio dei Visconti, duchi di Milano, i quali alla fine del secolo assegnarono Monticelli in feudo alla famiglia Pallavicino, che nel corso del XV secolo fecero costruire la Rocca, costituendovi una corte di grande vivacità culturale. Nel 1471 il vescovo di Lodi Carlo Pallavicino, grande benefattore e mecenate che nacque e morì a Monticelli, iniziò l'edificazione della Collegiata (oggi Basilica) di San Lorenzo, che ancora oggi conserva le spoglie del vescovo nell'abside.
Al XV secolo risalgono i primi insediamenti ebraici a Monticelli, destinati a ingrandirsi quando molti degli Ebrei espulsi dal Ducato di Milano trovarono rifugio nel borgo. La comunità ebraica monticellese era concentrata quasi interamente nella ''Contrada granda'', l'attuale via Garibaldi, dove sorgeva anche la Sinagoga ed ebbe una notevole importanza per la vita economica e culturale del paese fino al XX secolo, quando con le leggi razziali fasciste molti Ebrei fuggirono all'estero. Testimonianza della loro presenza è ancora oggi il cimitero ebraico, situato accanto a quello del paese.
Nel XVI secolo, morto l'ultimo membro della famiglia Pallavicino senza eredi, Monticelli passò alla famiglia Farnese di Parma. Durante questo periodo il paese fu concesso in feudo ai Casali, una nobile famiglia piacentina. Successivamente passò sotto la dominazione borbonica e nel 1797 divenne a far parte delle repubbliche napoleoniche.
Nel 1814 divenne capoluogo di Comune e rimase tale sotto il Ducato di Maria Luigia. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento Monticelli cominciò ad affiancare, alla sua economia essenzialmente agricola, una serie di attività semi-industriali che si svilupparono durante tutto il Novecento.
Nel X secolo si trovava sotto la giurisdizione del vescovo di Cremona, successivamente fu feudo di due famiglie cremonesi, i Da Dovara e i Bonifaci de Unghinis (dal cui nome deriva il toponimo d'''Ongina'').
Nel 1335 Cremona passò sotto il dominio dei Visconti, duchi di Milano, i quali alla fine del secolo assegnarono Monticelli in feudo alla famiglia Pallavicino, che nel corso del XV secolo fecero costruire la Rocca, costituendovi una corte di grande vivacità culturale. Nel 1471 il vescovo di Lodi Carlo Pallavicino, grande benefattore e mecenate che nacque e morì a Monticelli, iniziò l'edificazione della Collegiata (oggi Basilica) di San Lorenzo, che ancora oggi conserva le spoglie del vescovo nell'abside.
Al XV secolo risalgono i primi insediamenti ebraici a Monticelli, destinati a ingrandirsi quando molti degli Ebrei espulsi dal Ducato di Milano trovarono rifugio nel borgo. La comunità ebraica monticellese era concentrata quasi interamente nella ''Contrada granda'', l'attuale via Garibaldi, dove sorgeva anche la Sinagoga ed ebbe una notevole importanza per la vita economica e culturale del paese fino al XX secolo, quando con le leggi razziali fasciste molti Ebrei fuggirono all'estero. Testimonianza della loro presenza è ancora oggi il cimitero ebraico, situato accanto a quello del paese.
Nel XVI secolo, morto l'ultimo membro della famiglia Pallavicino senza eredi, Monticelli passò alla famiglia Farnese di Parma. Durante questo periodo il paese fu concesso in feudo ai Casali, una nobile famiglia piacentina. Successivamente passò sotto la dominazione borbonica e nel 1797 divenne a far parte delle repubbliche napoleoniche.
Nel 1814 divenne capoluogo di Comune e rimase tale sotto il Ducato di Maria Luigia. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento Monticelli cominciò ad affiancare, alla sua economia essenzialmente agricola, una serie di attività semi-industriali che si svilupparono durante tutto il Novecento.